“Nowhere” è una serie fotografica eseguita con la tecnica multiscatto per rievocare la cornice malinconica della foschia invernale, dove l’aria e la luce si modificano in un ciclo costante.
Secondo il concetto “Tutto dall’acqua nasce e nell’acqua ritorna, soltanto l’acqua rimane eterna” (Talete), il paesaggio è mare che si unisce e si scioglie nel cielo, in questa eterna danza tra le ecosfere.
Il mare è crocevia della storia, uno spazio di transito, un nonluogo. E’ un momento di passaggio da una sponda all’altra, è la strada che separa l’arrivo dalla partenza; chi lo attraversa si lascia inghiottire dallo sconfinato e dall’incerto, mentre chi lo osserva da riva si abbandona all’infinito.
Cosa sono i confini se non riuscire a vedere la fine?
“In nessun luogo”: lo sfocato è anonimia di un litorale “ovunque e da nessuna parte”; negli occhi degli esuli: dettagli sfocati di un paesaggio che non può avere un nome, perché luogo di attraversamento, purgatorio, arrivo e partenza dai tanti porti di Mare Nostrum.